Non c’è giorno, né luogo nel quale il Ministro Zangrillo non definisca la Pubblica Amministrazione come un posto FIGO. Gli fa eco il Ministro Valditara che, a un anno dal suo insediamento,
non perde l’occasione per esaltare l’operato del governo e raccontare la favola del rilancio della scuola pubblica italiana.
Ma è veramente FIGO lavorare nelle scuole? Partiamo dai SALARI. Il blocco contrattuale dal 2008 al 2018 e il rinnovo della sequenza economica non hanno di certo migliorato la situazione stipendiale dei docenti e del personale ATA, che continuano a percepire un salario medio tra i più bassi d’Europa, non sufficiente a recuperare quanto ha tolto l’inflazione galoppante.
L’anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale che avverrà a dicembre non è altro che un grande imbroglio, perché non si tratta di un aumento salariale, ma per l’appunto di un anticipo di una
indennità dovuta a causa del mancato rinnovo contrattuale. I Docenti e gli ATA subiscono inoltre da anni continui aumenti dei CARICHI DI LAVORO, a causa della CARENZA ATAVICA DE GLI ORGANICI, nonostante la presenza di 250.000 precari da stabilizzare. A peggiorare le cose, il piano di dimensionamento previsto dal governo Meloni che determinerà la scomparsa di più di 800 istituti sul territorio nazionale e un’ulteriore perdita di posti di lavoro. Per quanto riguarda i DOCENTI PRECARI, denunciamo per l’ennesima volta l’assenza di una visione politica che investa realmente nella scuola pubblica statale, assumendo per via straordinaria tutti coloro che abbiano maturato con il proprio servizio il diritto alla stabilizzazione. Denunciamo inoltre come la
nuova procedura informatizzata per l’assegnazione degli incarichi a tempo determinato, anche quest’anno, non ha funzionato, penalizzando i docenti inseriti nelle GPS. Altrettanto iniqua appare essere la nuova formazione basata sull’acquisizione di CFU, ancora una volta a carico di coloro che aspirano a diventare docenti.
Per quanto riguarda i PRECARI ATA, riteniamo assolutamente ridicola la manovra di 50 milioni di euro che prevede 7.200 unità aggiuntive nelle scuole, con contratti da ottobre al 31 dicembre 2023, a fronte dei precedenti 22.000 posti del vecchio organico COVID. Altro nodo irrisolto, la permanenza dei vincoli sulla mobilità. Ribadiamo la nostra posizione: vincolare il docente alla sede non è un valore aggiunto per la scuola, ma una pratica umiliante e perversa che viola il diritto al ricongiungimento familiare, danneggia il salario e prolunga la permanenza nello stato di precarietà che tanto conviene allo Stato. Bisogna poi considerare che la maggior parte dei 40.293 EDIFICI SCOLASTICI sono vecchi (costruiti prima del 1976), insicuri e inadeguati. Alcuni, secondo una recente analisi di Federcepi costruzioni, addirittura privi di certificati di agibilità e di prevenzione incendi. Tra settembre 2022 e agosto 2023 ci risulta si siano verificati ben 61 crolli. Le risorse
destinate dal PNRR all’edilizia scolastica non sono sufficienti a mettere in sicurezza tutte le scuole! Deludente anche la legge di Bilancio 2024, che prevede 50 milioni per le scuole paritarie e
solo 5 miliardi per i rinnovi contrattuali di tutta la pubblica amministrazione. Soldi sicuramente non sufficienti a garantire un concreto e necessario aumento dei salari. Il 17 novembre, nella giornata internazionale studentesca, scioperiamo insieme alle studentesse e agli studenti, per una scuola che garantisca futuro e formazione ai giovani del nostro Paese. Rispondiamo ai Ministri: non è assolutamente FIGO lavorare nelle scuole e per questo invitiamo tutti i colleghi ad aderire allo SCIOPERO GENERALE di USB Pubblico Impiego, per rivendicare aumenti salariali di almeno 300 euro, mettere fine al precariato, pretendere un ampliamento dell’organico per alleggerire i carichi di lavoro e migliorare la qualità della funzione della scuola, garantire e tutelare la salute e la sicurezza di lavoratrici, lavoratori e studenti, per adeguati e puntuali rinnovi contrattuali.
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA IL 17 NOVEMBRE ALLE ORE 10:00
PRESSO PIAZZA VIDONI
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